Nell'Ottocento la rivoluzione industriale, l'esigenza di un modo di produzione capitalistico, investe la struttura stessa delle città e la sua organizzazione urbano-territoriale: vengono introdotti i primi edifici produttivi.
Il problema della sovrappopolazione causa il degrado delle condizioni sanitarie e l'incontrollata espansione di sobborghi non pianificati, così i ceti borghesi emersi da poco chiedono l'imposizione di un nuovo ordine basato sugli sventramenti dei quartieri popolari dei centri storici e la separazione dei quartieri per ceti sociali. Si ha una vera e propria distinzione tra centro urbano e periferia. Fonte
La Belle Epoque in contemporanea fino alla prima guerra mondiale segna anni di luce per gli aristocratici che popolavano i centri delle città: nasce il tempo libero, è tempo di scoperte e di invenzioni come i vaccini, il cinema, vari movimenti artistici come Impressionismo, Futurismo e l'Art Noveau, spopola lo stile di vita Bohémien, ecc.. Fonte
Cagliari, 1880-1910 Fonte
Le due guerre mondiali hanno causato la distruzione di gran parte delle città non solo europee ma di tutto il mondo: venne bombardata la cattedrale di Notre-Dame di Parigi in Francia, in Belgio le città di Ypres e di Leuven vennero quasi totalmente distrutte, saccheggiate e bruciate, Varsavia venne distrutta per l'85% dai nazisti ecc... Fonte
A partire dal 1933 Adolf Hitler si servì della cinematografia e dell'architettura per affermare la grandiosità della sua regia politica e della sua persona, secondo lui infatti le dimensioni degli edifici pubblici erano espressione diretta della grandezza della civiltà e del popolo che li avevano costruiti.
A partire dalla prima guerra mondiale il pittore e architetto Paul Schultze-Naumburg, ispirato a teorie razziali che condannavano l'arte e l'architettura moderna, fornì molte delle basi per la convizione di Hitler che la Grecia classica e il Medioevo fossero le vere fonti dell'arte ariana quest'ultimo spinse i suoi progettisti a creare edifici monumentali ispirati all'arte neoclassica e all'art déco (stessa cosa fece Mussolini in Italia verso l'Antica Roma). Fonte
Adolf Hitler riunì le opere di molti artisti del tempo in un'unica mostra chiamata "Arte degenerata", impedì a tutti questi artisti di creare e insegnare, bloccò tutte le avanguardie che rappresentavano una minaccia per il rigido sistema nazista. Molti dipinti sequestrati e destinati alla distruzione vennero portati in salvo grazie a molte aste che li portarono all'estero: "I nazisti hanno penalizzato chiunque non rispettasse i canoni del regime, anche Emil Nolde, un artista espressionista di grandissimo talento, dichiarato nazista, fu incluso nella mostra degli artisti degenerati. Il motivo per cui abbiamo così tanti acquerelli di Nolde è che gli acquerelli sono facili da nascondere, i dipinti invece sono più ingombranti e la pittura a olio emana un forte odore caratteristico che non sarebbe passato inosservato ai controlli". Fonte
Con il boom economico degli anni cinquanta-sessanta si sviluppa in Italia un boom edilizio dovuto allo spostamento di grandi quantità di popolazione, alle cresciute attività economiche ed una maggiore ricchezza che si espande verso tutti i ceti sociali.
Le città si espandono a macchia d'olio, né le amministrazioni, né gli architetti e né gli urbanisti sono riusciti a controllarle.
Inizia il fenomeno della speculazione edilizia: i terreni inizialmente agricoli divengono aree edificabili a seguito di opere di urbanizzazione eseguite dai Comuni, gli speculatori acquistano questi terreni e urbanizzarli con strade, fogne e energia elettrica, aumentando di gran numero il valore monetario del terreno che può essere venduto di nuovo lucrando la differenza divenuta cospicua tra prezzo d'acquisto e prezzo di vendita.
Lo Stato italiano tentò di intervenire con scarso successo; diversi scrittori e registi si sono occupati dell'argomento generalmente condannandolo, come Italo Calvino e Gabriele d'Annunzio con "La speculazione edilizia" o Francesco Rossi col film "Le mani sulla città". Fonte
La città contemporanea si distingue oggi per l'influenza della globalizzazione e dello sviluppo tecnologico. Con la riorganizzazione post-fordista, troviamo la presenza delle grandi fabbriche non solo nelle grandi città ma anche all'esterno della stessa, in zone periferiche e a volte delocalizzate in vari punti del globo. Nelle città moderne si sviluppano le attività terziarie, fulcro dell'economia dove hanno tutti i vantaggi legati ai servizi, alle infrastrutture ed una maggiore disponibilità di lavoratori e clienti.
Queste città globali sono sempre più in relazione di interdipendenza tra di esse che quasi non è più possibile considerarle unità singole.
Anche la stessa campagna si ridimensiona nell'età contemporanea rappresentando una forma di uso alternativo del suolo ma che comunque è un diverso modo di essere città. Fonte